Chiusura piano freddo: nessuna soluzione dopo l’incontro Prefettura-richiedenti asilo

Presidio e corteo dei migranti per rivendicare diritti, libertà di movimento, accoglienza degna.

Giovedì 30 marzo in piazza Maggiore un presidio e un corteo di migranti ha rivendicato diritti, libertà di movimento, accoglienza degna, fuori da ogni retorica emergenziale, chiedendo soluzioni reali e concrete. Venerdì 31 marzo finirà il “piano freddo” e centinaia di senza fissa dimora, tra cui molti migranti, si troveranno chiuse le porte dei dormitori e torneranno a vivere in strada, aggiungendosi a chi già vive in queste condizioni. Sono molti infatti i migranti in strada che aspettano di avviare la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale: sono persone rese invisibili dal sistema di accoglienza e di asilo. Con Accoglienza Degna, il dormitorio sociale autogestito a Làbas, e attraverso lo Sportello Migranti TPO e la scuola di italiano abbiamo avuto modo di conoscere le storie di tante e tanti migranti, che chiedono un tetto sopra la propria testa e strumenti accessibili per la propria autodeterminazione e libertà. Sono persone respinte dal sistema di accoglienza, e che si ritrovano ora senza aver avviato l’iter della domanda di asilo; per altre si è concluso il periodo di accoglienza e si ritrovano con un permesso di soggiorno ma senza alcuno strumento di autonomia. Hanno trovato una risposta emergenziale e temporanea nel “piano freddo”, un servizio a bassa soglia per senza fissa dimora, ma che non fornisce risposte serie e durature ai problemi dei tanti richiedenti asilo e rifugiati.

Giovedì 30 un gruppo di richiedenti asilo – che da venerdì 31 non avrà più un posto in cui essere accolto in città – è riuscito ad ottenere un incontro in Prefettura.
Dopo aver denunciato le pessime condizioni a cui sono costretti centinaia di migranti a Bologna ed aver rivendicato il proprio diritto all’accoglienza, sono state fornite risposte senza soluzioni. Infatti soltanto i migranti che hanno avviato la procedura per il riconoscimento della protezione a Bologna avranno diritto ad un’alternativa abitativa che però non è stata ancora individuata, mentre tutti coloro che sono fuggiti dalle pessime condizioni presenti nei centri di altre città non avranno diritto di stare a Bologna. L’amministrazione comunale non si è presentata all’incontro, nonostante fosse stata chiesta la sua presenza. È evidente la non volontà di trovare soluzioni, così come la violazione del diritto all’accoglienza. Le risposte ricevute oggi non sono affatto sufficienti. L’unica certezza è la chiusura del “piano freddo”, nel frattempo 50 richiedenti asilo rimarranno senza un riparo.
Noi non ci fermeremo davanti a queste false soluzioni e nei prossimi giorni continueremo ad organizzarci insieme ai migranti per ottenere una casa per tutti!