StrugglesMakeEurope – Un meeting internazionale per parlare d’Europa

Il 24 e il 25 febbraio a Bologna, un appuntamento per condividere analisi e prospettive sulle transizioni globali del mondo presente, sul ruolo dello spazio europeo e sulla costruzione di percorsi costituenti insieme ad attivisti/e da tutta Europa.

La dimensione transnazionale dei cambiamenti, delle sfide e delle questioni più urgenti del nostro presente è un’evidenza oramai innegabile. Riconoscere il carattere complesso del mondo contemporaneo non vuol dire eliminare l’autonomia dei diversi livelli spaziali, sociali, decisionali, ma comprendere che il ruolo che ognuno di questi gioca è determinato all’interno di una rete multilivello di attori, prassi, regole, linee di fuga.

Le politiche di austerità, che a partire dalla crisi economica del 2007 hanno imposto il ricatto del debito, la parità di bilancio, tagli al welfare e al diritto del lavoro, hanno avuto carattere immediatamente europeo senza per questo impedire elementi di differenziazione fra paesi virtuosi e paesi colpevoli, fra chi è stato commissariato e chi commissariava. Allo stesso tempo, esperienze come l’oxi greco e le lotte contro la Loi Travail in Francia hanno dato vita a proteste radicali e moltitudinarie che hanno saputo sfidare gli interessi dei governi liberali sia sul piano nazionale che europeo.

L’estate delle migrazioni del 2015 ha aperto una breccia nella fortezza Europa, mettendo in crisi le sue politiche di controllo delle frontiere grazie alla rottura costituente praticata, contemporaneamente, da vecchi e nuovi cittadini europei, migranti in marcia lungo la rotta balcanica e solidali europei pronti a disobbedire a leggi ingiuste. La reazione delle istituzioni europee è stata quella di reintrodurre barriere e filo spinato, centri di detenzione e procedure di esclusione. Il corpo migrante è diventato merce di scambio fra diversi interessi, mezzo per ricontrattare posizioni di privilegio all’interno dello spazio europeo o per scaricare sull’estraneo anni di disagio sociale causato dalle politiche liberali.

La privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, la gestione differenziale del welfare, il saccheggio dei territori e delle loro risorse: sono tutte forme diverse di nuovi processi di accumulazione e di sussunzione all’interno di logiche dello sfruttamento. Dalle miniere della tedesche alle coste italiane, ovunque si sono generati movimenti di protesta contro l’espropriazione dei territori e per la salvaguardia dei beni comuni.

Lo spazio europeo dunque non è perimetrabile attraverso logiche puramente istituzionali o formali. È uno spazio diffuso, multilivello che si definisce attorno a diversi punti di comando e linee di conflittualità.

Il progetto ideale sorto durante e in opposizione alla Seconda Guerra mondiale, quello di un luogo di pace e prosperità, è diventato sempre più lo strumento di potere delle élite liberali. La crisi della rappresentanza, frutto delle trasformazioni della composizione del lavoro e della società, viene agita dai rappresentanti dei partiti socialisti e popolari nella direzione di un rafforzamento del potere esecutivo, delle logiche amministrative e, contemporaneamente, di un restringimento dei luoghi decisionali.

Lo scollamento sociale, la paura del terrorismo, l’impoverimento sono a loro volta agiti dalle nuove destre in un’ottica neo-sovranista. Questo produce una guerra fra poveri e processi di ri-territorializzazione in nome di una presunta sicurezza sociale che finisce per giustificare le politiche liberali, portandole alle estreme conseguenze: l’austerità è diventata la normalità, piuttosto che interrogarsi attorno alle diseguaglianze sociali si identifica nel migrante colui che va escluso.

Quali sono dunque gli spazi e i punti attorno ai quali poter costruire un’alternativa tanto al dominio del potere tecnico/amministrativo liberale quanto alle pulsioni sovraniste e social-nazionaliste? Come costruire una nuova nuova cittadinanza europea contro le diseguaglianze e l’esclusione sociale? Come promuovere processi di convergenza e nuove istituzionalità fra le diverse campagne e conflitti che si sono sviluppati in questi anni?

Programma completo del Meeting

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long house – foto di Igor Coko