G7 ambiente, Bologna 9-10-11 Giugno
CHANGE THE SYSTEM, NOT THE ENVIRONMENT!

Action camp against Bologna G7
2017 June 09-10-11
@ Làbas, via Orfeo 46, quartiere Santo Stefano antifascista, Bologna.

I prossimi 11 e 12 di giugno Bologna ospiterà il G7 sull’ambiente. I potenti della terra si riuniranno in qualche spazio perimetrato della città per discutere di temi centrali come il cambiamento climatico, le emissioni inquinanti, la tutela dei territori, l’agricoltura e l’alimentazione, il modello di sviluppo. Si tratta di questioni che riguardano la vita di miliardi di persone e che non possono essere delegate nelle mani di pochi. In questi mesi, infatti, l’Italia ospiterà una serie di Summit, mentre Amburgo a luglio ospiterà il G20. L’appuntamento bolognese sarà l’ultimo prima del summit tedesco.
A differenza degli anni passati, profondi sono i cambiamenti che hanno mutato il panorama internazionale e che rendono questi incontri particolarmente importanti. Il sogno di un mercato unico globale a trazione americana ha lasciato il posto ad un risiko di aree di influenza in concorrenza fra di loro. Accanto alla competizione economica si riaffaccia prepotentemente il fantasma della guerra. In questo contesto l’Europa costituisce lo spazio di intersezione di una serie di crisi che coinvolgono tanto il modello di sviluppo quanto le frontiere della cittadinanza. La promessa neo-liberale di una crescita infinita coniugata ad un benessere diffuso si è frantumata davanti alla dura realtà della stagnazione economica e delle politiche di tagli sociali e filo spinato. Ovunque sono spuntate pulsioni sovraniste che sembrano promettere una via d’uscita dall’incertezza tramite la ridefinizione di perimetri nazionali. Nulla di più illusorio. Il nazionalismo e il protezionismo si presentano come nuove armi per rinforzare una competizione internazionale sempre più aggressiva. Di fronte a questo quadro di profonda e strutturale incertezza, i summit mondiali dei prossimi mesi si pongono l’obiettivo di trovare una gestione flessibile del disordine globale.
Le politiche ambientali saranno certamente uno dei punti più discussi. In questi anni è divenuto sempre più chiaro come attorno ai temi ambientali si giochi una partita più ampia sul tipo di società che immaginiamo. Non a caso il meeting di Bologna avrà per oggetto l’agenda di Parigi sui cambiamenti climatici e l’Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile ed è noto come rispetto all’accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni nocive l’America di Trump stia già facendo un passo indietro. La Shock Economy così come il Green Capitalism sono diversi modi in cui negli ultimi anni il capitalismo ha provato a fare dei territori, delle risorse naturali e della vita umana delle risorse da mettere a valore. È così che mentre si parlava di lotta alla povertà le disuguaglianze sono cresciute, mentre si discuteva di affrontare il problema della fame nel mondo veniva svenduta la sovranità alimentare dei popoli, alle politiche energetiche facevano da contraltare guerre per il petrolio, alla tutela dell’ambiente il cambiamento climatico e l’inquinamento di terre e mari.
Bologna ospiterà dunque un G7 i cui temi non possono essere delegati agli interessi di pochi potenti. Il summit non può ridursi ad uno spot pubblicitario per le politiche di agro-business che si prefiggono di cambiare il volto della città nei prossimi anni. Alle porte di Bologna sta nascendo la famosa Disneyland del cibo di F.I.CO. – ennesima grande speculazione immobiliare sulle spalle del territorio – e nel 2019 si svolgerà l’International Horticultural Exposition. Proprio il nodo dell’alimentazione, che interseca la qualità della vita con la crescente disparità di risorse tra ricchi e poveri, va affrontato nei termini di politiche sociali e non di affare privato.
Numerose sono le lotte che negli ultimi anni hanno rifiutato lo sfruttamento dei territori proponendo, allo stesso tempo, un diverso modello di sviluppo basato sulla cooperazione e i beni comuni – dalle lotte dei Sioux in Nord Dakota a quelle contro le miniere di carbone in Germania, la battaglia referendaria e sui territori contro l’istallazione di decine di Trivelle nel mar adriatico, la lotta contro il gasdotto TAP e l’espianto degli ulivi. Il G7 di Bologna diventa quindi l’occasione per praticare un momento di convergenza fra tutte quelle realtà locali e internazionali che lottano per fare dell’ambiente la nostra casa comune e non una risorsa da svendere. Le giornate di giugno possono diventare un passaggio all’interno di un percorso globale di opposizione a questo nuovo (dis)ordine mondiale che si auto-rappresenterà ad Amburgo. Per questo lanciamo un action camp presso Làbas occupato per il 10 e 11 di giugno e invitiamo a partecipare all’assemblea che si terrà a Bologna il 23 aprile per costruire tutti insieme una mobilitazione dal basso. Sarà l’occasione per unire le nostre forze, confrontare esperienze e prospettive, praticare l’alternativa. È tempo di agire, rimettiamoci in cammino.

Tpo
Làbas